Che recentemente IL TARLO si sia montato la testa lo si sa; il successo editoriale del suo “fetido” informatore lo ha portato a esagerate manie di onnipotenza anche se “alcuni” lo accusano “d’infamia”. Ma direte voi: come accusare “d’infamia” un essere già nato infame, cresciuto viscido e stagionato “miserabile”? Infatti l’animale dai “tre denti”, infischiandosene dei commenti ha chiamato a rapporto i suoi “sgherri”:
T- Cochi e Renato delle mie suole, chi è il più grande editore d’Italia?
O&L- Berlusconi!
T- Chi??? Quel poveraccio!!! Cari “rifiuti tossici” non soggetti a smaltimento, il più grande editore, ha un informatore, amici in radio e soprattutto una televisione…e che televisione.
O&L- Tarlo prima di porgerti la domanda fatidica dov’è finita la pianta di geranio e il ficus della sala riunioni?
T- Vorreste forse insinuare che “mi fumo l’impossibile?” No care “verruche infette”; quello purtroppo è un problema che speriamo venga affrontato dalle autorità competenti prima che diventi inarrestabile.
O&L- E allora T A R L O….chi sarà il direttore della TUA televisione?
T- Intelligenti i miei “dipendenti”..ich.ich…ich…(che risata stridula)
Un uomo libero, talmente libero da far sembrare SGARBI come FEDE e BEPPE GRILLO come SCHIFANI.
O&L- Tarlo….senti….non è che per caso hai in mente di affidare la tua emittente quell’azzeccagarbugli che…
T- Carissimi “piattole” vestiti da pidocchi, niente chiacchiere: sta per arrivare sua emitTARLenza.
Si apre la porta ed entra LUI: Chi?? Il Procuratore Legale Avvocato Vincenzo Gagliano.
Ma come affidare una televisione ad uomo che parla senza fronzoli ne peli sulla lingua, che non avendo “la zona filtro” tra il cervello e la bocca, se ne infischia delle possibili conseguenze derivanti dalla sua libertà di pensiero, che, nella migliore delle ipotesi e bene che ti vada, quando parla lui rischi almeno una denuncia?
Certoooo!!!! L’animale nauseabondo ha trovato la persona giusta al momento opportuno.
T- Senti Bruno Vespa dei poveri, qual’è lo scoop?
A- S e n t i “p a p a z z a n o” v e d i c h e t i s c h i a c c i o t r a l e u n g h i a!!!! S i e d i t i
t i p a r l e r ò d e l l o s c a n d a l o A.T.O.
T- Ehm…(IL TARLO aggiusta il tiro) caro il mio direttore, dimmi tutto!
A- Circa due anni fa, telefonai ad un giornalista e dissi che volevo mi pubblicasse un articolo dove fossero testualmente scritte anche queste parole: “ l’Avv. Vincenzo Gagliano chiede che la Procura della Repubblica di Caltanissetta indaghi al fine di verificare come hanno fatto i componenti dell’ATO CL1 a corrispondersi ben €. 180.000,00 di indennità per l’anno 2004 nel momento in cui nello stesso anno 2004 l’ATO CL1 non ha funzionato??? Necessita, anche, che venga nominato con urgenza il Commissario straordinario e si elimini l’ATO per cattiva gestione della cosa pubblica.”
T- Direttore mi piaci..lo sai che il tuo sangue è TA +? Continua, inizio ad inTARLarmi!
A- Ma la stampa è al servizio del potere, per cui articolo di questo genere non venne affatto pubblicato sul giornale perché, a dire del giornalista, al quale poi chiesi spiegazioni sul perché avesse pubblicato un articolo così futile, che non conteneva nessuno dei pensieri da me espressi, mi disse che un articolo diverso contenente le mie denunce non poteva essere pubblicato per non incorrere in responsabilità.
T- Ma come, questo è uno scoop..che strani TARLalisti
A- INFAAATTI…Eppure è notorio che i giornalisti, o chi si presume tale, vanno a caccia di scoop, però gli scoop mal si conciliano quando si tratta di portare a galla malefatte del “potere“.
Certo è che se l’articolo richiesto fosse stato pubblicato, come ad avviso di chi scrive doveva essere, in quanto i fatti narrati erano di interesse pubblico, oggi, molto probabilmente, non avremmo assistito alla vergognata che si è verificata, e cioè di chi, gestendo la cosa pubblica a fini privati, chiede ai cittadini di pagare esose ed ingiustificate bollette.
T- Direttore qual è la tua opinione sull’A.T.O.?
A- Che l’ATO sia tutto un imbroglio deve essere noto a tutti i cittadini.
Già la prima avvisaglia s’era vista nel momento in cui presunti amministratori, senza avere svolto nessun servizio per l’anno 2004, presero dalle tasche dei cittadini €. 180.000,00. Ciò risulta dal bilancio che l’ATO presentò nel 2005 per il 2004.
T- Qual è il ruolo della politica?
A- I 27 ATO siciliani sono solo frutto di speculazione politica e spartizione di potere-torta, senza distinzione di sorta tra centrodestra e centrosinistra.
Esistono tali e tante coperture politiche che tendono di più a dare delle pillole all’ammalato, pillole che agiscono solo sul dolore. Negli ATO, invece, è necessario che si faccia subito ed immediatamente un intervento chirurgico che guarisca definitivamente e per sempre l’ammalato.
T- Direttore dimmi, ma l’A.T.O. cos’è giuridicamente?
A-Al riguardo faccio presente ai lettori che l’art. 201 del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile del 2006, il quale disciplina la materia, nel suo comma 2 dice: “L’Autorità d’ambito è una struttura dotata di personalità giuridica”.
T- Quindi in teoria basterebbe costituire una qualsiasi forma giuridica da quella associativa a quella societaria?
A- Esatto animale immondo. Questo non significa altro che, per costituire un ATO, non c’è bisogno che si formi una società per azioni, giacché anche ad una associazione può essere conferita la personalità giuridica.
L’ATO società per azioni si giustifica soltanto con la spartizione della cosa pubblica, società per azioni che necessita di nomina di amministratori, di sindaci, etc.. Tutte cariche frutto di spartizione politica tra tutti ed indifferentemente i partiti politici, con lauti guadagni di indennità, senza una gara.
T- Direttore vorresti dirmi che esistono poche S.p.A?
A- Tarlo ti credevo più intelligente ma sei più vuoto del bilancio dell’A.T.O. Mi rivolgo a voi cari lettori, se trovate dalle nostre parti altre imprese costituite in società per azioni, avrete vinto la scommessa.
T- Direttore basta con le chiacchiere. Fuori il rospo!
A-Innanzitutto chiaro deve essere, allora, che anche una semplice associazione, - composta, per delega, e per rotazione, dagli assessori all’ambiente dei vari comuni associati, i quali, almeno si guadagnerebbero l’indennità che viene loro corrisposta, - potrebbe raggiungere risultati superiori, con meno costi per la collettività e con molta più efficienza.
E voglio ancora ricordare a chi legge che sempre il citato art. 201 al suo comma 3 recita: “L’Autorità d’ambito organizza il servizio e determina gli obiettivi da perseguire per garantirne la gestione secondo criteri di efficienza, di efficacia, di economicità e di trasparenza.”
Principi di diritto pubblico tutti questi che i gestori dell’ATO CL1 hanno ignorato e calpestato, per cui logica conseguenza è concludere sostenendo che l’ATO CL1 è una società per azioni da dichiarare fallita.
T- Sarò ignorante (ipotesi senza fondamento) ma ci potrebbero essere i presupposti per un reclamo?
A- Tarlo tu non sei scemo….sei troppo scemo. Quando si parla di società per azioni, v’è da dire che anche la disciplina dettata dal codice civile prevede all’art. 2395 il diritto al risarcimento del danno al singolo socio o al terzo che sono stati direttamente danneggiati da atti colposi o dolosi degli amministratori. Ciò vuol dire che questi amministratori dell’ATO CL1, - visto che il presidente Cuffaro ha già dichiarato che la regione non paga, - anziché cercare ora i cittadini per rispondere della loro cattiva gestione, del loro mal operato, del loro non rispetto dei principi posti per la gestione dell’ATO, pensino, piuttosto, a risarcire personalmente e coi loro soldi i debiti contratti e derivati proprio da loro atti dolosi, frutto di spartizione della cosa pubblica.
T- UHHMM…un po’ forte questo concetto…forse potremmo dire…ehm…che..
A- E tu saresti libero, il nuovo Martin Luter King da “strata ‘a Bella”. Spostati caccola vestita da rifiuto organico.
T- Senti Pippo Baudo “du muru ruttu”, visto che hai coraggio rivolgiti ai politici.
A- I politici di questi discorsi non ne fanno, pensano solo ad illudere i cittadini dando loro la pillola della proroga per il pagamento della prima rata non ammettendo che, in realtà, i debiti ci sono e vanno pagati. E da chi, se non da coloro i quali hanno mal gestito la cosa pubblica.
Esiste, in atto, la solita contraddizione italiana: gli uomini di partito, fautori ed artefici della cattiva gestione della cosa pubblica, vogliono far credere ai cittadini che si stanno adoperando per risolvere il problema delle esagerate bollette ATO. Ma così non è perché, ben capirete, che da parte loro esiste la necessità di allungare i tempi, dire di pagare la prima rata, in modo tale che “al cittadino non l’infilano tutta d’un colpo, ma, molto meno dolorosamente, a poco a poco“. Chi ha orecchie da intendere, intenda.