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(ARTICOLO DEL 09 APRILE 2008)
IL TARLO, a costo di sembrare ripetitivo, vuol ricordare a tutti gli aventi diritto che il suffragio universale è il principio secondo il quale tutti i cittadini maggiorenni possono partecipare alle elezioni politiche e amministrative e alle altre consultazioni pubbliche, come i referendum . Quando viene meno il concetto di LIBERTA’ allora si parla di voto di scambio che è il voto dato regolarmente da un elettore, ma non motivato da scelte politiche frutto di riflessioni sincere e disinteressate, bensì corrotto da qualche tornaconto ricevuto da parte di chi si candida o chi per lui. Il voto di scambio politico-mafioso è un reato ai sensi dell'art. 416-ter del codice penale.Il voto di scambio può manifestarsi in un rapporto diretto fra politico ed elettore senza l'interposizione di interessi di organizzazioni mafiose, in cambio di denaro o di una raccomandazione per un posto di lavoro. Pensate che questa situazione si verifichi solo al Sud? Ecco cosa si è verificato in Friuli, nel “civilissimo ed emancipato NORD-EST d’Italia” dove il voto di scambio è stato messo per contratto-420 preferenze ma resta disoccupato Un contratto di vendita, con tanto di firme. Un accordo, nero su bianco, per vendere un pacchetto di voti, sotto elezioni, in cambio di un posto da dirigente alla Provincia di Udine. L'acquirente è l'attuale presidente, Marzio Strassoldo, alla guida di una giunta di centrodestra, riconfermato proprio dopo le amministrative del 2006.Il venditore è un politico locale con un gruzzolo di preferenze, Italo Tavoschi, ex vicesindaco di Udine, centrista eletto con una lista civica. Nel documento stilato c'è pure il prezzo. Senza troppi giri di parole: 210 mila euro, in tre anni. Ora, Tavoschi, che si dichiara disoccupato, ha presentato ricorso all'ufficio del lavoro. Sì, proprio all'ufficio del lavoro. Lamenta il mancato rispetto di quel contratto. E li chiamano civilizzati……
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