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Qualcuno, ricordandosi vagamente di quello strano essere metà uomo e metà capro, abitante dei boschi e insidiatore di ninfe, ha immaginato che la satira fosse sua moglie, qualcosa di poco raccomandabile e di dubbia moralità. O, almeno, così sembra a giudicare dallo stracciarsi di vestimenta e capelli di novelli censori.
Come spesso succede quando si alza il polverone, gli occhi si chiudono e non si riesce a distinguere più nulla, con grande soddisfazione di chi vende bastoni per ciechi. La satira però, a dispetto di tali commercianti, non è qualche tipo di femmina selvatica uscita dai boschi per turbare i sonni dei benpensanti con balletti lussuriosi ma costituisce un modo della comunicazione connaturato alla nostra specie, una specie che ogni tanto ha voglia e bisogno di ridere.
Comunque stiano tranquilli coloro che si sentono in pericolo ‘per pochi scherzucci di dozzina’: la satira, come si sa da tempi antichi, è un valore della cultura ma non serve a stabilire valori.
Per questo bastano le persone serie.
Dopo questo incipit è doveroso sottolineare che il Direttore Editoriale, nonchè la mente di questo mensile è proprio "lui" il tarlo appartenente alla famiglia delle elitri, dotato di voce (sgradevole) e di libertà di pensiero (blasfema).
"Lui" è il protagonista di ogni singolo articolo nonchè dell'editoriale. Il suo pensiero ritenuto sgradevole, fuori luogo, irriverente, provocatorio e...chi piu' ne ha piu' ne metta, oggi piace a tanti ma non ha tutti.
Un motivo in piu' per leggerlo e scegliere....da che parte stare.
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