(articolo del 09 aprile 2008)
Come è accaduto per il Popolo della libertà, anche quando si è trattato di dover affrontare il “pietoso ufficio” del Partito Democratico, IL TARLO ha avuto non solo dubbi e perplessità, ma anche tanta tristezza. E si perché dovendo “affrontare” l’ennesimo contenitore di “sostanze partitiche di politici stagionati e quindi digeriti”, il paragone con l’invenzione del vaso sanitario dell'inglese Alexander Cummings sembra assolutamente calzante.
Nuovo? Erede Legittimo? Sintesi?
Ancora una volta, prima di fornire le proprie impressioni, IL TARLO si scusa con i gentili lettori, perché dopo aver letto quanto sopramenzionato, è dovuto ricorrere precipitevolissimevolmente al bagno, e ha dovuto scrutare bene prima di “sedersi” onde evitare l’incontro con alcuni membri del Partito Democratico.
Fa notare l’animale angusto che il coordinamento nazionale del partito è così composto:
PRESIDENTE: Romano Prodi, SEGRETARIO: Walter Veltroni, COORDINATORE: Goffredo Bettini.
Quando usarono il termine NUOVO, IL TARLO concluse tale aggettivo come “mai definizione fu più esatta” in quanto tutti i politici componenti del coordinamento nazionale sono “estranei” al mondo partitico e quindi meritevoli di tale carica, senza considerare che l’infido acaro trova assolutamente “azzeccato” il termine EREDE LEGITTIMO, in quanto a tutti e tre, l’incarico, come diremmo noi a Mussomeli, “’’CCIU LASSA’ U SA NANNU”.
Poteva esimersi il bieco verme dal dare un’occhiatina al programma elettorale del Partito Democratico?
Una cosa di buono “incredibilmente” l’ha trovata: sostiene IL TARLO che almeno questi (del P.D. s’intende) hanno avuto il buon senso di non attribuire nessun nome al documento programmatico, che nella peggiore delle ipotesi può essere utilizzato a sostegno e completamento dell’azione svolta dal “contenitore” politico.
Ma come spesso accade, la felicità ha la durata di una frazione di secondo specie quando si tratta del TARLO che, immediatamente assalito dalla solita e routiniera obiettività, da “lezioni di vita” (questo lo dice lui: prendetelo con il beneficio d’inventario).
Al punto 1 del programma definito L’ITALIA NEL MONDO CHE CAMBIA, al TARLO sembra sconvolgente aver letto, dopo ipotetici azioni per eliminare il vaso di PANDORA ancora sigillato e quindi inerme, che il compito dei giovani è quello di lottare contro le mafie.
IL TARLO immagina che, per redigere quanto sopradescritto, o i vertici del partito in quel momento erano riuniti davanti ad un enorme calumet della pace a base di sostanze stupefacenti e quindi con le menti “sperdute” in valli incontaminate da loro stessi, o davvero il senso della misura e soprattutto del rispetto è pari alla grandezza del portafogli di chi scrive queste “bastardate”.
E si perché, dice il verme, che è troppo semplicistico parlare di mafie e soprattutto attuare l’accostamento ai giovani, perché nonostante per chi fa il politico di mestiere (l’unico che abbiano mai fatto in vita loro) diventa propaganda, per chi ha un po’ di orgoglio e amor proprio, ciò diventa irritante ed insostenibile per la sacca scrotale (già satura) di ogni uomo che ritiene di avere “gli attributi” per definirsi tale.
Perché, se per mafia s’intende il termine diffuso ormai a livello mondiale con cui ci si riferisce ad una particolare tipologia di organizzazioni criminali, allora IL TARLO ricorda agli “strateghi” del Partito Democratico che prima bisogna motivare i giovani con il lavoro, con istituzioni serie e funzionanti e incentivando la cultura della legalità legata fondamentalmente al rispetto dei principi della Costituzione.
Invece se per mafia s’intendono tutte le azioni svolte dai politici di ogni ordine e grado (specie qui in Sicilia ed in modo particolare nella provincia di Caltanissetta) che trasformano i diritti sacrosanti dei cittadini in “favori politici” per “vessare” il malcapitato con richieste di voti e attuazione di campagne elettorali a vita (il sistema è lo stesso dell’usura: a vita si pagano gli interessi ma il CAPITALE rimane inalterato) allora i giovani dovranno lottare contro tutto e tutti, non distinguendo quale è il male minore tra criminalità organizzata e politica strutturata in maniera criminale.
Ma un punto è piaciuto davvero molto al TARLO e senza allusione alcuna. Infatti al punto 11 si parla di Una democrazia che decida e riduca i costi della politica.
Il Pd propone una sola Camera legislativa, con 470 deputati, eletti in collegi uninominali, col doppio turno. Tutto ciò (se attuato) permetterebbe così di eliminare 475 inutili stipendi di altrettanti inutili politici.
Anche se IL TARLO ci è rimasto male della deficienza di questa proposta di legge, perché non supportata da un’altrettanto interessante proposta, quale ad esempio ridurre del 70% lo stipendio di un parlamentare che è di 15.237.02 euro netti al mese (5.419,46 euro al netto + 4.003,11 euro al netto + 4.190 euro al netto + 1.107,9 euro minimo al netto + 258,33 euro al netto + 258,22 euro al netto ) più l’Assegno di fine mandato in unica soluzione pari a 44.763,56 euro al netto (l’equivalente del Tfr) più l’assegno vitalizio da un minimo mensile di 2.797 euro al netto ed un massimo mensile di 8.952.712 euro al netto e da subito, l’ Assistenza sanitaria + GRATIS TESSERA DEL CINEMA, DELTEATRO DELL’AUTOBUS E METROPOLITANA, CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE E FS, AUTO BLU CON AUTISTA E RISTORANTE .
Per quel che riguarda le liste, grande scandalo ha suscitato la presenza tra i Candidati alla Camera dei DeputatiCIRCOSCRIZIONE SICILIA I, di tale Daniela Cardinale, non tanto perché donna e giovane, ma perché legata da rapporto filiale con tale Salvatore, 5 legislature e 2 volte Ministro.
IL TARLO ha ragion del vero ha provato grandissimo imbarazzo per la presenza della giovane Daniela, non tanto perché figlia di Salvatore (persona degna, politico eccellente con un’attività parlamentare nonostante intensa ma pressoché sconosciuta al territorio nisseno ed in modo particolare a Mussomeli), ma perché da “figlia d’arte” ci si sarebbe aspettato quanto meno una collocazione in lista in posizione non così sfacciatamente “blindata”.
Del resto, IL TARLO ci tiene a sottolineare che comunque c’è stato il “sacrificio” del padre, che nonostante non si sia levato il pane di bocca per la figlia, comunque ha lasciato il posto che poteva mantenere poiché beneficiario di una proroga concessa dalle regole dettate dal Partito Democratico.
Nonostante ciò al TARLO rimane l’amaro in bocca, perché vede nell’attuale politica quanto scritto in maniera eccezionale da Primo Levi nel libro “SE QUESTO E’ UN UOMO” quando parlando del concetto di democrazia dice che: “Un paese può ritenersi finalmente libero quando il ricco è meno ricco ed il povero è meno povero. Io vedo questo paese è mi sembra che chi ha continuerà ad avere e a chi non ha, a quello sarà tolto”
Ragion per cui, per evitare di ripetersi, IL TARLO si lascia andare alla citazione della straordinaria ‘A livella di Totò, il mitico principe De Curtis:
“ Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...chi ha avuto tanto e chi nun ave niente! Stu povero maronna s'aspettava ca pur all'atu munno era pezzente? “