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  IL TRIO DEI NOVENARI: LUCIANU
 

(articolo del 11 dicembre 2007)



LUCIANU

IlNatale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù, figlio della Vergine Maria. Cade il 25 dicembre (il 7 gennaio nelle Chiese orientali, per lo slittamento del calendario giuliano).Il termine italiano Natale deriva dal latino Natalis che significa "natalizio, relativo alla nascita".
Nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile) che commemorava la nascita dell'Urbe, e il Dies Natalis Solis Invicti la festa dedicata al nascita del Sole, anch'essa il 25 dicembre, introdotta da Aureliano nel 273 d.C., soppiantata progressivamente durante il III secolo dalla ricorrenza cristiana.
 Da allora in poi il natale ha cominciato a commemorare il Natale Christi. Il Natale è anche chiamato Natale di Gesù o Natività del Signore e preceduto dall'aggettivo santissimo (talvolta abbreviato in Ss.).
La vicenda di Cicero Luciano, detto Lucianu, se non fosse perché ogni uomo ha una storia a se, potremmo riassumerla dicendo semplicemente: vedi Melu.
E si perché, se pensiamo che anche Lucianu, fu ipovedente dalla nascita, onesto lavoratore e buon padre di famiglia, l’unica differenza con l’amico Melu, potremmo individuarla semplicemente nell’aspetto fisico.
Volendo rapportare la sua esistenza ad una delle strofe della novena potremmo citare quella che fa: “Jti a locu li pezzenti, ‘dda truvati alluggiamentu! Jtivinni prestamenti, ‘nni la nivi, acqua e ventu! ‘Dda truvati la pusata, ‘cu la vesti assammarata!” 
Lucianu, padre di due figli, durante la sua esistenza, ha svolto (lavorativamente parlando) tutto ciò che la vita gli ha offerto.
Dalla manovalanza allo scaricare valigie.
Anche lui fu un banditore, e rendeva pubbliche le ordinanze delle Autorità cittadine. Con il passare del tempo, anche Lucianu si rese indispensabile, anche per pubblicizzare vendite ed eventi di vario genere, anche di natura privata.
Generalmente, l’incarico di banditore pubblico, veniva conferito ad un salariato del Comune occupato nei vari servizi dell’epoca (spazzino, operaio generico, guardiano del cimitero) o da cittadini socialmente disagiati.
Lucianu si adoperò anche come venditore ambulante di pesce, che trasportava in una cassetta di legno sorretta a mano.
Ci è stato raccontato un episodio molto colorito capitato a Luciano durante una delle giornate dedicata alla vendita di pesce.
Giunto ‘a la chiazza ranni (attuale Piazza Umberto) trovò un capannello di persone che, più che interessate al pesce, erano intende a far perdere tempo a Lucianu tra un’informazione (finta) ed un’altra.
Quando Lucianu, dopo qualche minuto dedicato agli “assolutamente improbabili” compratori, capì che “non c’era trippa per gatti”, congedatosi cordialmente dal gruppo, stava per continuare il suo giro in direzione Via Palermo.
Ad un tratto fu richiamato dal fischio di una persona, nel frattempo sopraggiunta ed aggregatasi al gruppo.
Lucianu intuì che costui gli avrebbe fatto perdere ulteriore tempo, ma non poteva permettersi di non mostrargli la mercanzia.
-          Lucianu, chi ja ‘ammari?
-          Certu, talia chi ‘ssu sciacquati!
-          Ma muglieri vulissi chiddri ‘mperiali: chi la?
-          Chi nu lu vidi ca su ‘ddrucu!
-          E cumu si capiscini ca su ‘mperiali?
-          Chi nun lu vidi ca jannu li corna addritta cumu a chiddri tua!!
 
La storia di Lucianu, a costo di essere ripetitivi, fu pressoché identica a quella di Melu; basta pensare che anche lui fu reclutato dalle varie confraternite durante gli ottavari.
Nel terzetto dei novenari fu oltre che voce, anche suonatore di azzarinu, ossia di triangolo, strumento musicale formato da una bacchetta d'acciaio ripiegata a forma di triangolo che, percosso da una piccola verga di acciaio, emette un suono come di campanello.
Il triangolo fu introdotto in orchestra alla fine del XVIII secolo. Il tono veniva sapientemente variato da Lucianu smorzando con la mano le vibrazioni con forza e in punti variabili in base all'effetto desiderato.
Lucianu ha condotto l’ultima parte della sua esistenza nella casetta di Via Giovino,(vicino al Santuario) in compagnia della figlia Marianna scomparsa da poco più di un anno.
Così, IL TARLO, vuol ricordare Cicero Luciano detto Lucianu, voce nonché suonatore d’azzarinu del trio dei novenari.
 
 
   
 
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