L'informatore che Rode e....Corrode
  I FRATELLI MINNELLA- MARIO
 

 (articolo del 10 novembre 2007)


“..mi ricordo, che il nostro discorso fu interrotto da una sirena che correva lontano chissà dove,
io ebbi paura, perchè, sempre, quando sento questo suono penso a qualcosa di grave, e non mi rendevo conto che, per me e per te, non poteva accadere nulla di più del nostro lasciarci, allora come ora ci guardavamo, avremmo voluto rimanere abbracciati ed invece, con un sorriso, ti ho accompagnata per la solita strada; ti ho baciata come sempre ti ho detto dolcemente, la lontananza sai e' come il vento, spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi, quelli grandi…. la lontananza sai e' come il vento che fa dimenticare chi non s'ama”
.
Così si presentava a chiunque ne facesse richiesta Mario, fratello minore di Pino, con una passione immensa per questa grande canzone di Modugno.
Completamente diverso nell’aspetto e nella conduzione della sua vita, Mario, a differenza di Pino, è entrato nel cuore di chiunque l’abbia conosciuto per la semplicità del suo essere e per l’aspetto mite e socievole.
Con una vaga rassomiglianza al grande AL BANO per l’abbigliamento stile anni ‘70 e per gli occhialini, ha condotto un’esistenza regolare tra le mura del focolare domestico dove ha trascorso la sua esistenza in compagnia dell’anziana mamma e dei nipoti.
Timido ed introverso, lo si vedeva passeggiare in silenziosa contemplazione, con in mano l’immancabile sigaretta e lo sguardo perso nei meandri della mente.
Innamorato della canzone italiana, ha avuto una predilezione particolare per “LA LONTANZA di Modugno, che, chissà per quale oscura ragione, gli era entrata nell’anima. Le sue esibizioni, spesso improvvisate nei bar che frequentava abitualmente o dove capitava, erano ad uso e diletto dei giovani di quegli anni, che con oggetti di fortuna allestivano un “palcoscenico” magari precario, ma con tanto di “microfono” ed annessa “asta”.
A prescindere dalle sue qualità canore, quello che sicuramente impressionava gli spettatori via via sempre più numerosi, era la passionalità con la quale Mario interpretava il brano.
Con voce tremolante e commossa introduceva la parte iniziale della canzone - quella parlata per intenderci- per poi sprigionare tutta quella energia che in vita non ha mai tirato fuori, per l’esecuzione della parte cantata.
Non si è mai tirato indietro neanche in quelle occasioni pubbliche organizzate da associazioni o da privati dove è stato invitato ad esibirsi come attrazione ed intermezzo tra il “bel canto” delle promesse canore locali (di cui nessuno ha avuto mai notizia e memoria storica) e il “tormento” per i timpani e per l’intero apparato riproduttivo maschile, ad opera di ignari novelli “cantautori” contraddistinti però dalla popolazione come “normali”.
Il fatto che Mario sia stato cosciente del fatto di aver avuto dei problemi mentali, non crediamo che abbia rappresentato per lui un ostacolo per isolarsi dalla società, ne tantomeno per deprimersi per il mancato riconoscimento dello stato di “normalità”.
Ha accettato serenamente la situazione che la vita gli ha prospettato.
Del resto, non ci sembra che- per lui o chiunque altro nelle sue stesse condizioni- ci siano ed esistono alternative.
Poco tempo prima della sua prematura scomparsa, l’allora amministrazione comunale, aveva anche contattato la redazione de “LA CORRIDA” diretta dal grande CORRADO, per la partecipazione di Mario allo spettacolo. Tutto era pronto per l’esibizione, ma poi…. tutto andò in fumo.
Oggi IL TARLO dedica a Mario questa pagina, con tutto il cuore e senza riflessione alcuna.
L’unica soddisfazione sarebbe sapere che Mario ha avuto la fortuna di incontrare in Paradiso Modugno e magari chissà…..improvvisare un duetto sulle note de “LA LONTANANZA”.
A noi umani non ci è concesso conoscere: l’unica cosa che ci conforta è sapere che esiste un Dio Buono e Giusto.
Per cui siamo sicuri che , almeno Lui, apprezzerà la semplicità di questo uomo.
 
 
 
   
 
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