(articolo del 14 luglio 2007)
Quando si parla di Castello Manfredonico si suscita l’orgoglio di ogni mussomelese. Si è scritto tanto, si sta cercando in ogni modo di valorizzarlo. Il castello è diventato un po’ come uno di famiglia: dovendo dare una definizione magari impropria, possiamo dire che “l’unico parente”che abbiamo in comune tutti noi mussomelesi residenti e non.
Questo straordinario esempio di architettura e di storia trecentesca ha subito nel tempo “abusi” tollerati, piccoli “sgarri” che noi abbiamo dimenticato, ma che i visitatori non ci perdonano. Come quello che sta accadendo nelle sue immediate vicinanze: un terreno che sta per essere adibito a “capannonificio” rendendo il panorama, dovendo usare un neologismo, “squallidamente lattinizzato”
IL TARLO, questa storia l’ha presa male: ha sentito lo sdegno dell’intera popolazione e ha dato vita a quanto di peggio la sua “BILE” può produrre.
I fatti: i proprietari del terreno chiedono regolare autorizzazione per la costruzione di capannoni da adibire a ricovero mezzi.
La conferenza di servizio, organismo regolato dalla Legge 7 agosto 1990, n. 241, articoli 14, 14-bis, 14-ter, 14-quater, autorizza l’esecuzione dei lavori.
Quindi: i proprietari hanno agito nel pieno rispetto della legge e questo è ineccepibile!
La conferenza di servizi è la legge!
Di chi è la colpa di tutto ciò??
IL TARLO ha tratto la sua conclusione: la colpa è del Castello, perché si trova in un luogo residenziale misto a commerciale.
Poi, considerando l’enorme quantità di roccia su cui poggia le sue basi, non sarebbe meglio destinare la stessa alla frantumazione per trarne dell’ottimo “bricciolino”?
Diciamola tutta: occupa “illegalmente” il suolo pubblico, senza pagare oneri di urbanizzazione ne tantomeno l’Imposta Comunale sugli Immobili che, considerando la superficie, non sarebbe neanche iniqua.
E che dire di Guiscardo, il mitico fantasma che da secoli e secoli abita la residenza reale, senza averne fatto domanda all’Istituto Autonomo Case Popolari?
IL TARLO lo ha intervistato: a differenza di Peppe Termini lui non è imbronciato ne tantomeno preoccupato. Ha risposto sarcasticamente: “Voi mussomelesi siete assolutamente straordinari in ogni vostra azione: i napoletani vi fanno un baffo. Io sarò abusivo ma almeno esisto. Perché non chiedete i soldi ai proprietari delle strutture “fantasma” come ostelli, lavaggi, cliniche, alberghi presenti a Mussomeli? “
IL TARLO non ha capito quello che ha voluto dire il fantasma, probabilmente sarà frutto della fantasia di un recluso per l’eternità. Suggerisce in ogni caso di evitare in un prossimo futuro scelte analoghe, onde evitare che il prossimo “progetto innovativo” invada il camposanto. Perché, come ricorda Totò nella “Livella”: “QUESTE PAGLIACCIATE LASCIAMOLE FARE AI VIVI. NOI SIAMO SERI. APPARTENIAMO ALLA MORTE”