L'informatore che Rode e....Corrode
  L'Onorevole Pensiero
 

 




Carissimo Osvaldo,
Apprendo che sei stato oggetto di qualche invettiva e di reazioni polemiche per il tono scanzonato, e allegro che pervade una pubblicazione che intende riflettere umori e speranze del mondo giovanile: un mondo che gli adulti si ostinano a interpretare con schemi spesso invecchiati quando non logori.
 Queste reazioni, verso un modo libero e spregiudicato di affrontare i temi della politica e i tanti problemi della vita sociale, mi appaiono il frutto avvelenato di una crisi morale e culturale che tende a proiettare le sue ombre sulle relazioni fra le generazioni e anche all’interno della generazione dei giovani che si affacciano con animo irridente e privo di pregiudizi alla vita pubblica. 
Mi chiedo cosa possa irritare in una battuta salace, in un riferimento scherzoso, in una allegoria che tende a deformare immagini e giudizi. Ma non è questo l’ufficio della satira, la antica sfida che ha sempre alimentato da Giovenale ad oggi la “discussione” pubblica, iniettandole il seme fecondo della libertà?
E non è la satira quell’ingrediente che, miscelando serio e faceto, ha concorso a migliorare il mondo, a renderlo più riflessivo sulle sue responsabilità e sui suoi comportamenti, ad aprirlo ai benefici della critica soprattutto quando essa veste i colori dell’ironia e dell’umorismo intelligente?
Sono queste le valutazioni che ripetevo fra me e me, considerando l’asprezza e il sarcasmo con cui da qualche parte viene redarguita l’attività editoriale tua e di Lorenzo. Valutazioni amare intorno all’immaturità del clima civile  nel quale viviamo, ma anche valutazioni né remissive né rinunciatarie di fronte all’esigenza che proprio iniziative come la vostra si conservino libere di continuare a proiettare i loro effetti su una società che va fatta evolvere,  va aiutata ad apprendere le virtù del dialogo e del confronto, anche se non sempre essi vestono i linguaggi del cosiddetto “politicamente corretto”.
La mia lunga esperienza in politica mi ha abituato a considerare la polemica  come uno dei fattori costitutivi del mio impegno civile e morale.
Se avessi ceduto alla tentazione di rispondere per le rime ai toni irriguardosi, talvolta offensivi che mi sono stati rivolti in tante vicende della competizione pubblica, se avessi accettato di scendere nell’arena e di assecondare la rissa, non avrei costruito nulla per me e per i tanti amici che, come me, hanno creduto e investito nella libertà di discutere e di lottare. Né avrei nulla da insegnare a voi.
Per queste ragioni considero fertile il clima agonistico che avete saputo creare con il vostro linguaggio, che magari andrà affinato e reso ancora più efficace e divertente,  poiché è sul  terreno della competizione libera, beffarda e civile che può crescere una società nuova a misura delle vostre migliori speranze.
Coraggio, continuate e buon lavoro.

On. SalvatoreCardinale

 
 
   
 
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