L'informatore che Rode e....Corrode
  PENSIER…OSO O VERITA’?
 

 (ARTICOLO 11 NOVEMBRE 2007)

E’ un giorno come un altro e come ogni mattina, prima di andare al lavoro, ho l’abitudine di prendere un caffé al bar: sapete, lavorare per la “quinta essenza della schifezza”, alias il Tarlo, non è facile.
Bisogna essere svegli e, soprattutto, pronti a qualsiasi evenienza. Ma oggi per me, è diverso. Per la verità, oggi,  sono un po’...pensieroso. Entro nello studio e non mi fa effetto nemmeno l’ennesima insolenza del viscidume ambulante.
 
- Buongiorno Renzo Piano” dei poveri!!! Come va? Ti vedo giù, che è successo?
L - Niente.
- Come niente!!! sembri Pluto bastonato”!!! Di la verità, che ti è successo?
L - Beh!!! stamattina, vorrei parlarti di un caso particolare e non so come iniziare.
- Coosaaa? Tu non sai come iniziare? Tu che dici sempre che prima o poi vincerai il premio Pulitzer, Ah! Ah! Ah!.
L - Smettila!!! Vedi Tarlo è una storia particolare e delicata, per cui ci terrei a descriverla nel miglior modo possibile.
- Guarda tu cosa mi tocca dire, a me che sono un bas…Tarlo per eccellenza!!!Piccolo suggerimento…intanto parlane con semplicità e poi si vedrà…
L - La fai facile Tu!!!Comunque ci provo. Qualcuno, in questi giorni, ha parlato sui giornali di disagio giovanile: eppure, nessuno parla di un altro tipo di disagio, forse perché agli occhi di tanti, meno evidente ma ugualmente doloroso. Parlo di quelle persone che sono affetti da disagi psichici, persone delle quali non si sa, per quale assurdo motivo, la società sembra aver dimenticato.
- Uh!!! Iniziamo bene la mattinata. Continua…
L - Eh si Tarlo!!! Oggi ti parlerò di una storia che vede protagonista un giovane tranquillo, di quelli che non chiedono troppo, anzi….forse nulla. Per la verità, Lui, a qualcuno qualche volta, chiede qualcosa: una sigaretta, o semplicemente, chiede di poter stare seduto nelle loro auto per ascoltare la musica che ama tanto. Come vedi, cose semplici e soprattutto innocue.
- Ma siamo sicuri che non sia uno scroccone?
L - Che ne pensi se per una volta non facessi il “Tarlo” in tutto e per tutto?
- Allora!!!Cos’è questo tono? Ti devo ricordare chi è il “capo”?
L - Non c’è bisogno, lo so chi è il “capo”, purtroppo.
- Ecco, bravo!!! Continua
L - Vedi, già da qualche tempo, insieme ad Osvaldo, volevamo occuparci di questa storia, ma capisci bene che non era facile, non fosse altro perché non sapevamo come approcciare il nostro protagonista. Ragion per cui, ho pensato bene di rivolgermi ad una professionista del settore (psicologa), la quale, con molta professionalità, mi ha spiegato alcuni passaggi, importanti, da seguire. Avevamo pensato ad alcune domande da fargli, ma, come temevamo, la cosa non è stata possibile. Difficile colloquiare e far star seduto il nostro amico. In ogni caso, l’intervista non era l’obiettivo principale prefissatomi; la vera e unica ragione è quella di ri…portare , all’attenzione,di una società “distratta” dal tran tran quotidiano, questo e quanti altri casi esistenti nella nostra comunità.
- Lodevole!!!Cos’è stai pensando alla “Santificazione”?
L - No!!!Intanto mi accontento di non essere un bas…Tarlo come qualcuno che conosco Io.
- Eh si!!! Sento odore di licenziamento.
L - Eh no!!! Questa volta ti sbagli e, anche, di grosso. Osvaldo mi ha appena ricordato che adesso abbiamo un Direttore Responsabile. Adesso è Lei che decide e comanda. E con questo ti attacchi al TRAM.
 
 
- Siamo già dei leccacu…Tarli!!! Bene!!!Di questo parleremo dopo. Intanto continua con la storia.
L - Oh!!! Finalmente. Il nostro amico lo incontri sempre in giro, a tutte le ore del giorno, un po’ ovunque, girando e rigirando per le vie del paese. Sembra non avere una meta, forse… è proprio così. Tu lo osservi e ti chiedi a cosa stia pensando: difficile rispondere…verrebbe da dire: “tanto è pazzo, e poi cosa vuoi che pensi un pazzo”. Che espressione spregevole, discriminante, atroce. Per la società Lui è figlio dell’anormalità, uno da scartare. Ed in effetti è quello che molti di Noi hanno fatto.    
      Eppure, questo “giovane”, anche se per un breve periodo della sua vita, ha vissuto nel rispetto e nel gruppo, per un breve momento non era più solo. Vivendo l’esperienza di comunità, lo si vedeva diverso: era amato, curato e, soprattutto, considerato. Poi un bel giorno….. tutto questo finisce, e per Lui, tutto ritorna come prima.
- Bene!!! Fin qui tutto chiaro, ma mi dici dove vuoi arrivare?
L - Tarlo!!! Come dove voglio arrivare!!! Ti parlo di una storia di emarginazione e Tu mi chiedi dove voglio arrivare? Ti dice niente la parola “sensibilizzazione”?
- Guarda che l’avevo capito che volevi arrivare li!!! Adesso ritorno ad essere bas…Tarlo e ti chiedo se, prima di puntare il dito contro la società, fosse il caso che Tu dessi il buono esempio, altrimenti, caro il mio “crocerossino”, rischi di indossare i panni di un “ipocrita in prima linea.
L - Tarlo Tarlo!!! Si vede che non mi (e non ci conosci) bene!!! Per questo c’è tempo…ma tu credi veramente che non abbia pensato al rischio “ipocrisia”?  Tupensi veramente che, di fronte a ciò, ci si debba fermare? “Ipocrita in prima linea”? Benissimo, felice di esserlo se, solo servisse a qualcosa.
- E cioè, a che cosa dovrebbe servire?
L - A rendere meno evidente la distanza che separa la cosiddetta “normalità” dalla “diversità”. Guarda, ci vuole poco; si tratta di piccoli gesti come scambiare con loro due semplicissime parole, chiedere come sta, cosa fa, se ha bisogno di qualcosa.
- Tu pensi che nessuno lo faccia? Guarda che non è così!!!Io questa estate, ad esempio, ho assistito ad una scena straordinaria ed allo stesso tempo naturale. Era sera, il locale quasi in chiusura, pochissime persone all’interno, nessuno sotto il gazebo adiacente.Il nostro protagonista si era fermato, (proprio perché non ha una meta fissa), seduto al tavolo. Nessuno si è accorto della Sua presenza, tranne il titolare del locale. Ed è successo quello che tutti, nel nostro piccolo, dovremmo fare: il proprietario, appunto, di sua spontanea volontà e senza manie di protagonismo, gli ha portato da mangiare e da bere. Osservando lo svolgimento della scena, tutto lasciava intendere che QUELLA NON FOSSE UNA OCCASIONE ISOLATA, ma che facesse parte di una CONSUETUDINE. Mi brillavano gli occhi dalla contentezza: …un gesto così naturale, mi sono detto, avrebbe meritato un premio.
L - Oh!!! Vedi che ci siamo ritrovati nel ragionamento, e di questo che stavo parlando. Non si chiedono gesti eclatanti, e non si tratta nemmeno di vincere premi. Semmai, il premio più bello è quello di non farli sentire più soli, di quanto in verità non lo siano. 
- Caro il mio “Dalai Lama” dei poveri, mettiamoci in testa che, come dice qualcuno, il “mondo è già fatto e non possiamo cambiarlo”. Non voglio demoralizzare il tuo buon intento, ma vedrai che alla fine, tutto rimarrà come prima. Ti posso dare un consiglio?
L - Certo!!! Dimmi pure.
- Inizia Tu quello, che per la verità, altri dovrebbero fare. Certo, mi chiedo perché Istituzioni, Enti ed associazioni preposte siano così (apparentemente) distratti a tali evidenze. E sai quanto, in questo caso, mi piacerebbe essere smentito? Ne sarei felice.
L - Forse, hai ragione su una cosa.
- Su che cosa?
L - Sul fatto che il mondo non lo si può cambiare. Sono anch’io consapevole che, probabilmente, questo nostro dialogo non sortirà alla fine, gli effetti sperati. Ma credo, che fosse giusto parlarne. Troppo silenzio, certamente, non fa bene.
- Concordo pienamente, per una volta con Te. Mi raccomando, però, non montarti la testa.
L - E per il premio Pulitzer?
  - Beh!!!Vedremo……esaltato!!!
 
“Mantenetevi folli e comportatevi da normali”.
Paulo Coelho (scrittore brasiliano).
 
 
 
   
 
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