L'informatore che Rode e....Corrode
  La “matita” di Dio
 

 
 (articolo del 05 gennaio 2008)

La figura minuta di Madre Teresa, il suo fragile fisico piegato dalla fatica, il suo volto solcato da innumerevoli rughe sono ormai conosciuti in tutto il mondo. Chi l’ha incontrata anche solo una volta, non ha più potuto dimenticarla: la luce del suo sorriso rifletteva la sua immensa carità. Essere guardati da lei, dai suoi occhi profondi, amorevoli, limpidi, dava la curiosa sensazione di essere guardati dagli occhi stessi di Dio.Attiva e contemplativa al tempo stesso, nella Madre c’erano idealismo e concretezza, pragmatismo e utopia.Lei amava definirsi "la piccola matita di Dio", un piccolo semplice strumento fra le Sue mani. Riconosceva con umiltà che quando la matita sarebbe diventata un mozzicone inutile, il Signore l’avrebbe buttata via, affidando ad altri la sua missione apostolica: "Anche chi crede in me compirà le opere che io compio, e ne farà di più grandi" (cfr. Gv 14, 12). Alla base della spiritualità di Madre Teresa c’è il tabernacolo. E Tabernacoli sono appunto chiamate le varie comunità sparse per il mondo. E’ dal tabernacolo, infatti, che le sue suore attingono forza e fede per il servizio loro affidato.Per condurre una vita d’amore oblativo al servizio degli ultimi bisogna innanzitutto pregare. Senza la preghiera, infatti, la carità non sarebbe carità, ma semplice filantropia o generico buonismo. " Ricordatevi che non siete assistenti sociali – soleva ripetere loro Madre Teresa – ma contemplative nel cuore del mondo ".Lei stessa aveva sempre in mano la corona del Rosario e così tante volte l’hanno immortalata i fotografi e le TV di tutto il mondo.Addirittura andò a Oslo a ritirare il premio Nobel, in una terra rigidamente luterana, con la sua corona di grossi grani ben in vista tra le sue dita nodose. Convinta che la santità è possibile a chiunque s’impegni seriamente nel seguire Gesù, Madre Teresa ne conosceva il segreto: l’affidamento a Maria."Ricorrere a Lei con confidenza come di bambini in tutte le proprie gioie e pene", non mancava mai di raccomandare ogni giorno alle sue suore. "All for Jesus through Mary": tutto per Gesù attraverso Maria.  Una delle sue preghiere più belle, tradotta dall’inglese, dice così:
"Maria, Madre di Gesù,
dammi il tuo cuore,
così bello,
così puro,
così immacolato,
così pieno d’amore e umiltà:
rendimi capace di ricevere Gesù
nel Pane della Vita,
amarlo come tu lo amasti
e servirlo
sotto le povere spoglie
del più povero tra i poveri..."
Giovanni Paolo II all’indomani della scomparsa alla Fondatrice delle Missionarie della Carità ricordò, "ha fatto sentire a tutti gli sconfitti della vita la tenerezza di Dio".
 
 
   
 
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